La “casa in sicurezza”
Siamo certi che chiunque abbia adottato o sia in procinto di adottare un gatto da un gattile, si sia sentito richiedere dai volontari la garanzia di riuscire ad ospitare il micio in una casa “in sicurezza”.
In questo articolo cercheremo di fare un po' più di chiarezza sull’argomento.
Per capire meglio il perché per adottare un micio venga richiesto questo particolare requisito bisogna fare una premessa fondamentale.
I gatti ospiti a vario titolo in un gattile stringono con il luogo stesso e con i volontari che amorevolmente se ne prendono cura un legame di affetto/riconoscenza/necessità molto solido in quanto, cibo certo e riparo, rappresentano per essi, in molti casi, quanto di più di simile ad una casa abbiano mai avuto prima di allora.
I gattili o oasi feline o rifugi si occupano, nella stragrande maggioranza dei casi di randagismo territoriale e/o abbandoni, tramite convenzioni o protocolli con le amministrazioni locali.
Pertanto l’ingresso in struttura di mici provenienti dalle realtà di cui sopra è quasi sempre già causa di una forte dose di stress derivante dal repentino cambio ambientale e la loro arguta intelligenza li porta addirittura ad essere consapevoli della mutata situazione di contenimento, scatenando una serie di reazioni raramente positive.
Solo tempo ed attenzioni costanti possono riportare, con tempistiche differenti tra gatto e gatto, ad una situazione di riconquistata fiducia negli umani e ed una normalizzazione comportamentale.
Diventa importante specificare che dietro al concetto di “attenzioni costanti” c’è un mondo intero di cure veterinarie, graffi o morsi, cambi di alimentazione, tentativi di approccio, controllo delle zuffe e coccole.
Non è affatto una esagerazione affermare che i volontari salvano vite che per strada non avrebbero nessuna possibilità e moltiplicando tali attenzioni per il numero dei mici seguiti è facile comprendere come un volontario sia enormemente coinvolto a livello emotivo nel fare ciò che fa, di fatto istaurando un legame molto profondo con i mici, dei quali, tra l’altro, ha anche una responsabilità formale oltre a quella morale.
Questa premessa per spiegarvi che:
IN QUALSIASI GATTILE NON VERRANNO MAI DATI DELIBERATAMENTE IN ADOZIONE GATTI A FUTURI GENITORI CHE AVESSERO L’INTENZIONE DI LASCIARE CHE I MICI SCORRAZZINO LIBERAMENTE NEL QUARTIERE, PERCHÉ EQUIVARREBBE A RIMETTERLI, DOPO TANTE CURE E TANTI SACRIFICI FATTI PER NON FARCELI MORIRE, SU QUELLA STRADA DALLA QUALE SONO STATI SALVATI.
Ottenuta questa garanzia da parte dei futuri adottanti non resta che analizzare alcune delle motivazioni che potrebbero indurre un micio appena entrato ad uscire dalla sua nuova casa, quasi sicuramente perdendosi.
- Disagio: La sua nuova situazione lo spaventa e lo stressa e per una serie di ragioni tutte sue vorrebbe tornare dai volontari e in gattile dove si c’erano tanti altri mici con i quali non andava d’accordo ma aveva amici, cibo e riparo certi.
A questa situazione il tempo e tanto amore di sicuro porrà rimedio.
- Spavento improvviso: I gatti da creature sensibili quali sono posso spaventarsi facilmente soprattutto se l’ambiente per loro è nuovo.
Grida, gesti repentini e/o violenti, elettrodomestici, utensili e confusione generata da molto movimento e da tante persone.
Un gatto in relax colto da di sorpresa può reagire anche lanciandosi dalla finestra.
- Curiosità: un micio soprattutto se in giovane età è estremamente curioso e tende a voler esplorare l’ambiente circostante soprattutto se immerso nel verde.
Uccellini, propri simili e richiami vari possono indurre facilmente un giovane gatto a saltare fuori dalla abitazione anche a diversi metri di altezza.
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Arriviamo finalmente a ciò che possiamo fare per mitigare i rischi di fuga od incidenti definendo due tipi di sistemi di controllo sul gatto e che sono assolutamente complementari tra loro.
A) CONTROLLO ATTIVO: È il controllo che fornisce più garanzie ma è anche quello più faticoso ed è quanto meno auspicabile e maggiormente efficace durante i primi giorni dell’ambientazione.
Si tratta della presenza degli umani che a vista sorvegliano il gatto nell’esplorazione dell’ambiente, precludendogli zone potenzialmente a rischio e di fatto educandolo alla fruizione della casa in modo corretto.
Il controllo attivo è anche quello che mettiamo in atto quando cambiamo modi ed abitudini per l’accesso di aree esterne (es.
pranzi e/o cene in balcone).
Va da sé che tale tipo di controllo è possibile unicamente in quelle situazioni familiari dove in casa c’è sempre almeno una persona presente (diremo anche non troppo indaffarata) ma a lungo andare tende a perdere di valore.
B) CONTROLLO PASSIVO: si tratta di mettere in atto modifiche strutturali alla casa mediante dispositivi dissuasori o difese perimetrali (reti, zanzariere, plexiglass, murature) capaci da soli di impedire al gatto di trovare la via di fuga anche in assenza del controllo umano ed è quello che va a definire tecnicamente l’idea della casa in sicurezza.
È evidente che in questo articolo non si possono esaminare tutte le situazioni abitative e le relative prescrizioni che si debbono mettere in atto per rendere sicuro un preciso appartamento, tuttavia possiamo elencare brevemente tutte le piccole o grandi correzioni da mettere in atto per far sì che il nostro micio cresca nella nostra casa al sicuro dalla maggior parte dei pericoli.
GIARDINO: è la zona che in assoluto desta più preoccupazioni (soprattutto ai volontari) perché, per quanto esso possa essere messo in sicurezza, rappresenta per un agile gatto una tentazione troppo forte da poter essere evitata con facilità.
Le soluzioni dipendono ovviamente dalle misure del giardino e dall’altezza delle recinzioni ma a partire dal controllo dell’integrità della rete si potrebbero aggiungere anche pannelli obliqui antiscavalco nella parte terminale della recinzione di materiale liscio (plexiglass spesso, pannelli sandwich) o addirittura a “reti molli” che eviterebbero al gatto l’arrampicata, oppure prestare la massima cura ed attenzione affinché un giardino potenzialmente pericoloso sia precluso al gatto.
È bene precisare che la presenza di un giardino non in sicurezza o lasciato alla libera fruizione può anche rappresentare un elemento ostativo al percorso adottivo del micio.
BALCONI: è la seconda, in ordine di importanza, delle vulnerabilità di un appartamento.
Come nel giardino anche per esso vanno fatte valutazioni importanti come ad esempio l’altezza e lo spessore della balaustra (o parapetto), se pieno in muratura o a ringhiera e ovviamente la sua altezza da terra.
In caso di parapetti pieni in vetro o muratura è fondamentale impedire al micio di “passeggiare” sul bordo mediante rialzi in rete o plexiglass.
In caso di ringhiere diventa indispensabile estendere la rete anche sulla ringhiera stessa per evitare che il gatto si infili tra le inferriate che la compongono.
FINESTRE: Le finestre di per sé non rappresentano un pericolo diretto ma possono diventarlo se la finestra si trovasse ad una distanza allettante rispetto al piano terra.
La prescrizione solitamente legata alle finestre è l’installazione delle zanzariere anti strappo, che tra le altre cose regalano il beneficio di limitare il fastidio causato dagli insetti durante i mesi estivi.
Ricordiamo di fare particolarmente attenzione alle finestre a “vasista” che possono essere causa di incidenti LETALI per il micio che tenta di fuggire dalla loro apertura e che scivolando per l’inclinazione delle stesse e per il tipo di materiale, rischierebbe di rimanere incastrato con la testa morendo IMPICCATO.
PORTE D’ACCESSO E PORTE FINESTRE: banalmente anche tali accessi possono diventare una via di fuga per il gatto.
Per queste strutture è importante modificare il proprio atteggiamento nei confronti della porta stessa, guardando SEMPRE in direzione dei propri piedi prima di aprire.
Nella speranza che questo lungo articolo sia un’importante strumento per facilitare la comunicazione tra chi adotta e i volontari che si occupano della salvaguardia felina ed animale in genere vi auguriamo una vita piena di tanti mici felici e soprattutto in sicurezza.
Grazie per aver letto tutto!